PADOVA IN FLAMES 2008

Ovverosia la più lunga partita giocata (finora) al Circolo!

di Franz Basso

Questo è un resoconto di parte, non obiettivo e rispecchia solo le opinioni personali dell’autore.

Padova in Flames versione in PDF

Settembre/Ottobre 1939

Il turno molto lungo (6 impulsi per l’Asse) e il tempo relativamente bello consentono alla Germania di aprire la partita in modo brillante. Le truppe di seconda scelta che invadono la Polonia riescono nonostante tutto a conquistarla entro il turno; si salvano solo i piloti polacchi, che, fuggiti in nazioni neutrali, si teletrasportano magicamente a Londra sotto forma di piloti inglesi. La Germania dichiara guerra anche a Danimarca e Belgio. Un corpo d’armata di fanteria tedesco invade e conquista senza problemi la Danimarca, sigillando in questo modo il Mar Baltico. Le divisioni d’elite della Wehrmacht avanzano in Belgio e occupano Liegi. Ingenti forze inglesi e francesi corrono in aiuto del Belgio. Battaglie aeree lungo il confine tra Francia e Germania. La RAF coglie di sorpresa la Kriegsmarine nel porto di Stettino, e affonda diversi mezzi da sbarco tedeschi, rendendo sin da subito molto più tranquilla la difesa di Albione.

Novembre/Dicembre 1939

Nonostante il brutto tempo, i tedeschi continuano ad attaccare in Belgio. Le riserve mobilitate da ambo le parti vengono gettate nella mischia. Le divisioni del Reich riescono a sfondare la linea del fiume Dyle e ad occupare Bruxelles. Il Belgio è conquistato, ma la piccola nazione continua a combattere grazie al governo in esilio che dispone delle potenti (!) truppe coloniali del Congo e di una flotta di cacciatorpediniere. La Germania è particolarmente favorita dai tiri di dado e, sino ad ora, non ha perso che un paio di pedine di aerei, nessuna unità terrestre. Gli Stati Uniti dimostrano però di non gradire assolutamente la politica aggressiva del Reich e di apprezzare invece l’aiuto prestato dagli Alleati al Belgio, e regalano al Commonwealth alcune dozzine di vecchi cacciatorpediere.

Gennaio/Febbraio 1940

genfeb1940

Il tempo continua ad essere brutto, ma i tedeschi non allentano la pressione verso sud-ovest, utilizzando persino un offensive chit in un impulso di “Snow”; ormai occupano l’intero territorio belga. Debacle inglese ad Anversa, dove due corpi d’armata britannici vengono sbaragliati dai panzer nemici. Il dramma diventa tragedia con

l’affondamento nel porto belga di metà delle unità da trasporto navale inglesi: per un anno, il Commonwealth dovrà affidarsi a due sole pedine di traporti navali per far fronte alle sue mille necessità di movimentazione di truppe. Per fortuna sui mari la situazione è ancora tranquilla e i temuti U-boot non si fanno vedere. Gli USA varano la legge Affitti&Prestiti e cominciano a fornire risorse a Gran Bretagna e Francia.

Marzo/Aprile 1940

Utilizzando il secondo offensive chit, e con il provvidenziale aiuto della pedina leader Rommel, la Germania effettua un doppio buco a tenaglia nel fronte francese. Commonwalth e Francia cercano disperatamente di tamponare le falle, ma i loro due contrattacchi si risolvono in altrettanti disastri che lasciano l’intero fronte degli Alleati “girato” (=disorganizzato). Nonostante la presenza a Parigi del leader francese Darlan (che fornisce un notevole bonus nella difesa di città) i tedeschi riescono, sul filo di lana dello scadere del turno, ad occupare Parigi. La Francia capitola. Viene insediato il governo di Vichy, che ha a disposizione un numero molto alto di truppe e che controlla gran parte delle colonie francesi in giro per il mondo: solo il Camerun e il Madagascar dichiarano la propria fedeltà al governo in esilio della Francia Libera. La flotta francese getta l’ancora a Tolone, sotto il controllo del governo di Vichy. La prima parte del piano strategico degli Alleati è stato un fallimento totale.

Maggio/Giugno 1940

E’ il momento delle decisioni fatali per la Germania: ha conquistato la Francia in anticipo su ogni previsione, e adesso le spalancano diverse opportunità: puntare su Gibilterra invadendo la Spagna (e poi invadere la Gran Bretagna o trincerarsi sulla difensiva?) oppure puntare subito sulla Russia in una mai-vista-prima Operazione Barbarossa 1940? oppure dedicarsi al massacro del BEF per poi prepararsi con cura al più classico Barbarossa 1941? Il Fuhrer opta per quest’ultima, più prudente strategia. Abbandonate dai compagni francesi, le divisioni superstiti del BEF vengono massacrate dalla Wehrmacht; mai in nessuna partita che si ricordi il Commonwealth ha perso in due turni 12 corpi d’armata in Francia. L’Italia entra in guerra ed affonda, assieme agli U-boot finalmente attivi in mare, 3 convogli inglesi. Strepitosa avanzata italiana fino alle porte di Alessandria. Risposta del Commonwalth che da una batosta alla flotta tedesca, alla sua prima sortita nel Golfo di Biscaglia, e alla flotta italiana che resta del tutto priva di trasporti, e quindi impossibilitata a rinforzare le truppe che ormai intravedono a portata di mano le Piramidi e Suez. Gli USA a sorpresa aumentano la produzione bellica, dimostrando di essere già ben avanti nel lungo processo di “incazzatura” che prelude alla loro futura (ma quanto futura?) entrata in guerra.

Luglio/Agosto 1940

Prosegue l’offensiva dei sottomarini dell’Asse, che affondano altri cinque convogli alleati, riportando solo leggere perdite. Dopo la batosta subita il turno precedente gli ammiragli al comando di corazzate ed incorciatori tedeschi si guardano bene dal tentare sortite per emulare i propri camerati sommergibilisti. Primi timidi bombardamenti strategici su Londra e sulle città del Reich, con effetti quasi nulli (quello su Londra sarà l’unico bombardamento strategico tedesco dell’intera partita…). Nel Mediterraneo, la Royal Navy prende saldamente l’iniziativa affondando un paio di incrociatori pesanti italiani. Si decide intanto la guerra in Africa: gli italiani tentano il tutto per tutto in un attacco alle porte di Alessaandria, ma finalmente la fortuna volta le spalle all’Asse, che non riesce ad avanzare e finisce con tutte le pedine disorganizzate e fuori rifornimento. Il contrattacco inglese sbaraglia gli italiani infliggendo loro pesantissime perdite.

Settembre/Ottobre 1940

Sui mari proseguono in tono minore gli scontri lungo le rotte dei convogli del Commonwealth, con perdite trascurabili da ambo le parti a causa dei pessimi tiri di ricerca dei giocatori. La Germania invade l’Olanda, anche se per una distrazione si dimentica di occupare Amsterdam; il Commonwealth, disperatamente a corto di truppe, sceglie di non inviare nessuno in soccorso della nazione dei tulipani. Le poche divisioni a disposizione di Londra sono infatti impegnate ad sbaragliare i resti della 10a Armata italiana in Egitto, e ad avanzare in Libia per occupare Bardia e Tobruk. La Regia Marina tenta invano di portar soccorso alle truppe isolate in Nordafrica, ma rimedia solo altre perdite.

Novembre/Dicembre 1940

Nonostante il turno sia inusitatamente lungo per la stagione (4 impulsi per parte), non succede quasi nulla. La Germania occupa Amsterdam facendo capitolare l’Olanda. Sui mari, i pessimi tiri di ricerca dell’Asse fanno sì che i sub tedeschi ed italiani non riescano ad intercettare un solo convolgio inglese. Anche nel Mediterraneo, dove la Regia Marina ha riparato nella relativa sicurezza della base della Spezia, gli aerei dell’Asse non riescono ad individuare le navi della Royal Navy, che ormai è signora e padrona delle acque comprese tra Gibilterra e Suez. Grazie al ferreo controllo dei mari e dei rifornimenti, l’8a Armata inglese continua la sua avanzata verso ovest ed occupa Bengasi.

Gennaio/Febbraio 1941

Sui mari la “bonaccia di avvistamenti” prosegue, anche se qualcosa pare muoversi rispetto al turno scorso ed un convoglio inglese cola a picco (a fronte però della perdita di un sub italiano). Le truppe del Commonwealth proseguono l’avanzata lungo il Golfo della Sirte in direzione di Tripoli. Magistrale colpo di mano delle nazioni dell’Asse che, con un’azione combinata degna di passare alla storia, dichiarano guerra alla Grecia ed occupano Atene. Colpevoli negligenze nel piazzamento dei greci e letargica reazione della Royal Navy fanno sì che gli sbarchi tedeschi, appoggiati dall’aviazione e dalla marina italiane, non trovino preticamente ostacoli. La Grecia viene conquistata. Proteste del mondo intero e notevole “incazzatura” degli Stati Uniti (=pescato un “6” per la guerra alla Grecia), il cui Congresso approva il decreto sugli stanziamenti bellici, premessa indispensabile all’entrata in guerra e indice che il Presidente è ad un passo dallo schierare il colosso americano a fianco degli Alleati.

Marzo/Aprile 1941

Dopo le mosse diplomatiche del turno precedente, gli Stati Uniti entrano in guerra (mi pare di ricordare che il tentativo avesse il 70% di riuscita) ed iniziano ad inviare unità nel Mediterraneo. Gli Alleati dichiarano guerra alla Francia di Vichy ed occupano l’Algeria (gli USA) e la Siria (gli inglesi). Ha luogo, al largo di Algeri, quella che sarà la più grossa battaglia navale di superficie dell’intera partita, battaglia che vede contrapposte due squadre navali Alleate (una inglese ed una statunitense) e l’intera flotta di Vichy: alla fine dello scontro, giacciono in fondo al mare un incorciatore e alcuni trasporti americani da una parte, tre corazzate francesi dall’altra. L’8 Armata prende d’assalto la guarnigione (isolata) di Tripoli e porta a compimento la conquista della Libia. Nell’Atlantico, gli U-Boot infliggiono pesanti perdite (8 convogli) agli Alleati, ma pagano un prezzo non indifferente (3 sub danneggiati). L’URSS, ora che non ha più da temere l’opinione pubblica americana, sfruttando un noto bug nelle regole, dichiara guerra all’Italia in modo da poter migliorare la propria posizione e produzione in attesa dell’imminente attacco tedesco.

Maggio/Giugno 1941

L’entrata in guerra anticipata degli Stati Uniti e la perdita dell’Africa sono stati duri colpi per l’Asse; ma la Germania può ancora vincere la partita nei prossimi due turni, se riesce a sbaragliare l’Unione Sovietica. Il turno si apre infatti con l’invasione tedesca dell’URSS. Appoggiata da corpi di spedizione inviati da Italia, Romania, Ungheria e dalla Yugoslavia (che si è unita all’Asse grazie alla caduta della Grecia) e con il supporto nel freddo nord delle

truppe finlandesi, la Wehrmacht avanza nelle pianure di Ucraina e Bielorussia. Il grosso dell’esercito sovietico e’ schierato sul Dnepr a centinaia di chilometri dal confine. L’avanzata tedesca a nord delle paludi e’ rallentata dal tempo e da una debacle nell’attacco a Vilnius. Il Gruppo d’Armate Sud invece raggiunge il Dnepr, che tenta di

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attraversare in due punti con l’uso di un offensive chit; un attaco fallisce miseramente: il leader Rommel, provvidenziale in Francia, fa una pessima figura e viene richiamato in patria. L’altro attacco ha successo e il pronto contrattacco russo contro la testa di pontma resiste ad un attacco delle armate rumene. Nel Mediterraneo, la flotta alleata pattuglia incontrastata il Mar Tirreno e il Golfo di Marsiglia, mancando solo per una questione di ore l’attacco alla flotta italiana rintanata a La Spezia. Nel frattempo tre divisioni di Marines sbarcano sulla Costa Smeralda in Sardegna dando inizio all’offensiva degli Alleati contro il “ventre molle dell’Asse”.

Luglio/Agosto 1941

Questo turno lunghissimo (6 impulsi per l’Asse) di tempo sempre bello vede un titanico ma infruttuoso sforzo tedesco per sfondare la linea del Dnepr. I russi contrattaccano ovunque (il consigliere militare americano trema al pensiero degli attacchi lanciati dagli inesperti ma volenterosi marescialli della Stavka) e le perdite sono notevoli da ambo le parti; se fino ad ora la partita era scivolata via senza eccessivo logoramento per i contendenti, in questo turno si vede per la prima volta in quale trita-pedine può trasformarsi il Fronte Russo. Alle spalle della linea del Dnepr, la Fortezza Odessa resiste al secondo attacco dell’armata rumena. A fine turno, le steppe di Russia e Ucraina sono ricoperte di pedine “girate” e l’avanzata dell’Asse si misura con parametri da prima guerra mondiale. In compenso, la flotta sottomarina russa da una bella ripassata ai convogli tedeschi nel Baltico. All’estremo nord, un corpo di spedizione inglese comandato dal generale Alexander si pone a difesa del porto di Murmansk, dove continuano ad affluire convogli carichi di materiali per l’ Armata Rossa. Nel Mediterraneo, gli Alleati conquistano la Sardegna grazie ad un’azione combianta di marines e paracadutisti inglesi, azione fotocopia di quella dall’Asse in Grecia e che aggira le linee di difesa italiane. Negli scontri sul mare, poche le perdite, equamente divise tra le parti in lotta.

Settembre/Ottobre 1941

E’ un turno breve, di tempo brutto e piovoso, ed in cui non succede nulla di rilevante. Sul fronte orientale, l’Armata Rossa “rettifica” il fronte in modo da sistemarsi in posizioni migliori. Il Reich lancia due soli attacchi in tutto il turno: nel primo i rumeni falliscono ancora una volta (e tre!) contro Odessa; nel secondo, un imponente armata corazzata tedesca viene messa ok dalla difesa in profondita’ russa e dalla massa di artiglieria schierata con lungimiranza da Koniev. Sul fronte del Mediterraneo, la Regia Marina manda buona parte della sua aviazione navale ad attaccare il porto di Olbia, nella speranza di affondare alcuni dei preziosi trasporti navali degli Alleati. I caccia della RAF basati in Sardegna massacrano gli aerei italiani. Un raid delle portaerei inglesi nel Mare Adriatico porta all’affondamento della corazzata Giulio Cesare nel porto di Trieste.

N.B. Questa è l’unica volta in cui manca Andrea “sgt. Pavlov”, su 30 sessioni di gioco.

Novembre/Dicembre 1941

Altro turno breve con tempo pessimo, neve in Russia e pioggie torrenziali nel Meditteraneo. In Russia il fronte è praticamente immobile, con il tedesco che non si fida ad attaccare l’ormai solida muraglia di pedine marroni e con il russo che rimane sulla difensiva e non azzarda un’offensiva invernale, temendo di sprecare il suo prezioso, unico, offensive chit. La mancanza di attacchi tedeschi ha il vantaggio, per l’Asse, di ridurre di un po’ la produzione russa in questo turno. Nel Mediterraneo, gli anglo-americani continuano ad ammassare pedine e lanciano una seconda operazione combinata parà-marines conquistando l’Albania. Pessimo inizio dell’offensiva strategica degli Alleati, con i primi seri bombardamenti dopo le prove d’orchestra dell’estate scorsa: diverse centinaia di bombardieri prendono di mira le fabbriche del nord della Francia, fabbriche che lavorano ora per il Reich; la Luftwaffe interviene in forze ed infligge pesanti perdite ai caccia della RAF e ai bombardieri americani.

Gennaio/Febbraio 1942

Per il terzo turno consecutivo il tempo è pessimo, con conseguente ridotto numero di impulsi. Entrambe le parti sono scoraggate dall’attaccare, viste le pesanti penalità imposte dalle condizioni meteo. In Russia fallisce un assalto delle armate combinate tedesco-finlandesi a Leningrado, dove le paludi erano ghiacciate a causa delle temperature polari. Il resto del fronte è di fatto congelato sulla linea di quattro mesi fa. Exploit dei sub dell’Asse che, favoriti dal pessimo tempo che costringe a terra l’aviazione alleata, fanno strage di convogli affondando ben 14 punti; da questo turno in poi l’URSS smette di ricevere i rifornimenti (8 build points) che il Commonwealth le inviava ogni turno. Nel Mediterraneo, prosegue l’accumulo di unità degli Alleati in Sardegna e sulle coste del NordAfrica, ma le condizioni meteo non consentono gli sbarchi. Un’imponente squadra di portaerei, appoggiata da aerei basati a terra (11 portaerei + 5 aerei basati a terra!) attacca la squadra navale italiana alla fonda a La Spezia; complice il tempo piovoso e una certa fortuna dell’Asse, la montagna partorisce un topolino e l’unico risultato è l’ennesimo danneggiamento di un trasporto italiano.

Marzo/Aprile 1942

Finalmente il tempo accenna a migliorare, ma non si rasserena del tutto e, di conseguenza, il turno dura abbastanza poco. In Russia, i tedeschi tentano un solo attacco a nord di Smolensk; eliminano un corpo d’armata sovietico ma non riescono ad avanzare. I russi non osano contrattaccare, pensando saggiamente a rafforzare il fronte, preparandosi all’imminente ripresa dell’offensiva nazista. Infatti, anche se le forze a terra si equivalgono, l’Asse ha ancora il dominio dei cieli, abbatte ogni turno un paio di pedine di caccia russi e può agevolmente supportare ogni attacco (o correre in soccorso di proprie unità in difesa) con numerose squadriglie di Stukas. La Battaglia dell’Atlantico segna finalmente qualche punto a favore degli Alleati che, a fronte della perdita di 1 solo punto convoglio, eliminano due pedine di sub tedeschi e mandano in fondo al mare il fastidioso leader Doenitz.

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Riprende anche l’offensiva aerea sulle fabbriche controllate dai tedeschi; ormai il sud dell’Inghilterra brulica di pedine di quadrimotori anglo-americani e gli effetti si fanno sentire: colpita Lilla e colpita pesantemente Amburgo. Le grandi novità arrivano però dal fronte del Mediterraneo, con l’invasione dell’Italia. Un immensa flotta (13 portaerei, 16 corazzate. etc) appoggia lo sbarco di due armate anglo-

americane sulle coste dello Stivale. La 5a armata americana occupa il porto di Civitavecchia e si spinge rapidamente all’interno, mentre l’8a armata inglese sbarca sulle coste del Molise e, con agile manovra, scavalca l’apennino giungendo a Caserta e tagliando in due la penisola.

Maggio/Giugno 1942

Il primo turno di tempo veramente bello da dieci mesi a questa parte. In Russia, il fronte Sud non si muove di un esa, nonostante un’offensiva russa oltre il Dnepr, subito ricacciata indietro da un pronto contrattacco tedesco. Quarto, infruttuoso assalto dell’Asse a Odessa, ormai città-simbolo della resistenza sovietica. Nel nord invece, le armate tedesche cominciano un lento ma inarrestabile movimento di “scivolamento” oltre l’ala destra del fronte

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russo, giungendo a minacciare la regione di Mosca da nord. Sui mari tutto tace; le flotte di superficie dell’Asse stanno rintanante nei porti, e cosi’ pure i wolfpacks di sommergibili, che con il bel tempo temono di confrontarsi con le portaerei di scorta o gli aerei del Costal Command; i convogli Alleati sono per ora al sicuro. In Italia invece infuria la lotta: gli americani conquistano Roma, ma due pronti contrattacchi italiani, uno da nord e uno da sud, riducono un po’ lo spazio di manovra degli Alleati, che si rifanno occupando parte della costa tirrenica, su fino ad Ancona. Prosegue l’offensiva aerea sulla Germania, con il primo bombardamento pesante di Berlino, e un secondo bombardamento su Amburgo. Nel lontano Corno d’Africa, l’embrione di quella che diventerà la multietnica Armata Arlecchino conquista Addis Abeba e Asmara mettendo la parola Fine sull’impero mussoliniano.

Luglio/Agosto 1942

Il tempo rimane bello per tutto il turno. In Russia, sul fronte sud, questa volta sono i tedeschi ad attaccare oltre il Dnepr ma vengono ributtati indietro da un contrattacco russo: ormai il fiume, in questo settore, è da un anno una frontiera invalicabile. Nel nord invece, le armate dell’Asse avanzano un po’ occupando Smolensk e, soprattutto, giungendo a minacciare Mosca proseguendo la manovra iniziata il turno scorso; un assalto a Kalinin è respinto dai difensori russi fatti accorrere con tutti i mezzi possibili. Mosca è a soli due esagoni dalle punte avanzate della Wehrmacht (come avvenuto storicamente nell’ottobre 1941). La marea tedesca giunge al suo apice in Russia; d’ora in avanti sarà costretta a rifluire. Nell’Atlantico non vi e’ alcuna sortita di navi o sottomarini dell’Asse, timorosi delle vigili scorte anglo-americane. In Italia, un tentativo italo-tedesco di liberare Roma fallisce, ma l’uscita della squadra da battaglia italiana, in appoggio all’offensiva, porta ad una serie di scontri dove colano a picco navi da ambo le parti: la flotta italiana e’ praticamente distrutta, ma porta con sè alcune navi inglesi (si affrontano 10 portaerei, 20 corazzate e 14 incrociatori Alleati contro 3 corazzate e 6 incrociatori italiani…e gli inglesi hanno il coraggio di perdere la Formidable e la Ramilles!). Nel frattempo, a terra, fallisce miseramente un primo assalto a Napoli. Dopo qualche giorno l’assalto viene rinnovato e Napoli e’ conquistata dagli americani. L’Italia capitola (conquista completa), spariscono tutte le unita’ terrestri ed aeree italiane in mappa; la Littorio e tre incrociatori riparano a Spalato sotto bandiera tedesca, mentre gli Alleati si impadroniscono di una decina di navi italiane tra danneggiate e in allestimento nei cantieri.

Settembre/Ottobre 1942

Come al solito sono le condizioni meteo a dettare l’andamento delle operazioni; il tempo è brutto sul Fronte Orientale e bello nel Mediterraneo. In Russia quindi le operazioni subiscono una pausa; la Germania arretra leggermente il Gruppo Armate Nord e ritira un po’ di aerei a difesa della Germania. Anche questo turno, infatti, il territorio del Reich viene bombardato dai quadrimotori degli Alleati. Unica azione rilevante ad est, la sortita della guarnigione di Odessa, appoggiata da un lancio di para’. Sui mari, sparite ormai di fatto le flotte di superficie dell’Asse, sono gli U-Boot i veri protagonisti: per ben tre (tre!) volte sorprendono i ben scortati mercantili alleati nel Faroer Gap e affondano 12 punti di convogli. Per la prima volta appaiono dei raiders giapponesi lungo le rotte dell’Oceano Indiano, ma non riescono a “vedere” le navi del Commonwealth. Nel fronte del Mediterraneo, l’improvvisa uscita di scena dell’Italia alla fine del turno scorso ha lasciato la Germania in una posizione molto delicata. Ne approfittano gli anglo-americani che passano all’offensiva, sbarcando un po’ dappertutto e lanciando un’armata aviotrasportata nel Sudtirolo filo-Alleato (!). Attacchi e contrattacchi si susseguono per oltre sei settimane e alla fine del turno le armate del 3° Reich conservano solo parte del Piemonte e buona parte del Triveneto; il resto dell’Italia e’ sotto il dominio (pardon: la protezione) degli Alleati.

Novembre/Dicembre 1942

In Russia si esordisce con un attacco tedesco alla sacca di Odessa, che viene ridotta a piu’ “normali” proporzioni. Risponde il sovietico che attacca sia con il bel tempo che in mezzo alle bufere di neve, tanto a nord quanto a sud del fronte e guadagna qualche prezioso esa. In mare, i sub dell’Asse non riescono a trovare i 15 ghiotti punti-convoglio nel Bay of Biscay; vengono anzi stanati da un prode Sunderland che affonda qualche UBoot e ricaccia gli altri a casa. Dall’Inghilterra, che e’ ormai ridotta ad un unico, immenso campo d’aviazione, partono centinaia e centinaia di bombardieri pesanti che colpiscono abbastanza seriamente la Ruhr (ma nessuna fabbrica tedesca “rotta” fino ad adesso). In Italia prsegue l’avanzata degli Alleati verso nord; i tedeschi paiono decisi a porre una seria resistenza sulle Alpi, e difendono un fronte che va dal Triglav alla Carnia al Brennero, con truppe di copertura a Bolzano e Trieste. Uniche azioni degne di nota l’eliminazione della sacca di resistenza tedesca in Piemonte e l’occupazione alleata di Zara e Spalato, con fuga della flotta italo-tedesca che, inseguita e attaccata nei porti di Dubrovnik e Patrasso, a fine turno è ridotta ad un incrociatore italiano e ad un pugno di cacciatorpediniere iugoslavi.