PADOVA IN FLAMES 2008

Ovverosia la più lunga partita giocata (finora) al Circolo!

di Franz Basso

Questo è un resoconto di parte, non obiettivo e rispecchia solo le opinioni personali dell’autore.

Padova in Flames versione in PDF

Il Dopo Guerra

Finalmente una partita di World in Flames giocata sino alla fine. Le partite precedenti, tutte, si erano concluse anticipatamente, di solito con la resa di una delle fazioni. In questo caso, anche se in teoria la guerra sarebbe dovuta terminare nell’aprile del 1944, abbiamo proseguito sino al termine dello scenario, per vedere cosa sarebbe successo alla leggendaria Festung Bavaria. Credo che siamo riusciti a dimostrare che World in Flames può essere divertente anche per chi lo gioca solo sulla difensiva e senza grandi speranze di vittoria. Comunque, onore al merito a Sebastiano “von Lettow” Sitran che ha dimostrato una grande sportività nel continuare a giocare una partita che negli ultimi mesi non gli offriva più molte possibilità d’azione.

Seba_Andrea

La guerra era iniziata incredibilmente bene per l’Asse, che era riuscita a conquistare la Francia ad inizio del 1940, cosa che sinceramente ritenevo quasi impossibile. Sebastiano aveva poi inanellato altri successi, primo tra tutti l’entrata in guerra a fianco della Germania della Yugoslavia. Dall’inizio del 1941 però la bilancia ha

cominciato a pendere a favore degli Alleati, grazie soprattutto all’entrata in guerra degli Stati Uniti (avvenuta con parecchi turni di anticipo sul previsto) e all’impantanarsi della Wehrmacht in Russia. La repentina uscita di scena dell’Italia non ha fatto che peggiorare la situazione della Germania. Il Reich è sembrato reggere fino alla fine del 1943, quando pareva che l’avanzata anglo-americana in Francia fosse arrivata ad un punto morto e quando ancora i sovietici erano indietro sulla tabella di marcia storica. Poi, ad inizio 1944, la serie di sbarchi lungo le coste del Baltico e la conquista anglo-americana del nord della Germania hanno costretto Sebastiano ad una precipitosa ritirata a difesa di quel che restava del Reich. Da allora la partita non ha avuto più storia. All’inizio del turno di Maggio/Giugno 1940 il Piano degli Alleati sembrava compromesso; la Francia crollata, le perdite inglesi impressionanti, gli italiani alle porte di Alessandria. Poi, per vari motivi che cercherò di spiegare più avanti, l’iniziativa ha cominicato a scivolare nelle mani degli Alleati, che dall’inizio del 1941 l’hanno sempre tenuta saldamente, almeno per quanto riguarda il Fronte Occidentale. L’Asse è stata costretta ad agire di rimessa, e la sua unica possibilità è rimasta quella di infliggere all’URSS una batosta tale da permetterle di rinforzare le difese in Europa in tempo. Ma Mosca ha tenuto, la linea del Dnepr non è stata sfondata nel 1941, e la Germania ha provato invano a rinnovare gli attacchi nell’estate del 1942, lasciando un po’ troppe truppe al fronte est anche all’inizio del 1943, quando gli anglo-americani si apprestavano a sbarcare in Francia.

Certamente il fatto di giocare World in Flames (mooolto saltuariamente) sin dal 1990 mi hanno facilitato il compito, ma tutti i giocatori, me compreso, hanno compiuto errori nel corso della partita. In particolare, io mi sono reso conto di aver sbagliato nelle seguenti occasioni:

franz_andrea

1) gestione del BEF in Francia, che è stato gonfiato come mai visto prima e che ha rischiato attaccando quando non doveva farlo e, punito dai tiri di dado, è stato massacrato; 2) organizzazione delle scorte ai convogli nei turni di brutto tempo, quando sarebbe bastato mandare un po’ delle navi che giacevano oziose nei porti a far da guardia alle pavide, maramaldeggiate flotte di superficie dell’Asse;
3) mancato invio di truppe in Grecia, anche una volta persa Atene, quando sarebbe stato facilissimo formare una testa di ponte nel Peloponneso e far entrare in guerra la Yugoslavia a fianco degli Alleati;
4) eccessivo alleggerimento delle truppe in Italia nel corso del 1943, cosa che ha impedito di forzare la porta di servizio delle Alpi e far capitolare la Germania un paio di turni prima;                                                                                                                         5) eccessiva produzione di navi da guerra di superficie, quasi inutili una volta tolta di mezzo l’Italia (ragionamento facile, col senno di poi!)
6) in generale, paura di tirare i dadi e conseguente gioco troppo prudente… andando sul sicuro soprattutto con i combattimenti terrestri.

andrea

Nella condotta di partita del mio compagno di squadra, Andrea “sgt.Pavlov” non ho ravvisato particolari errori, tranne una, comprensibile, scarsa conoscenza del regolamento che, per ammissione di Sebastiano, ha in più di un’occasione tolto le castagne dal fuoco ai tedeschi in Russia. Nulla di drammatico, anche perché tenendo

l’URSS non si ha molto a che fare con la parte “navale” del regolamento, quella più complessa. Certo è che se alla Stavka ci fosse stato un giocatore con un paio di partite in più sulle spalle, per la Germania le cose si sarebbero messe male molto prima, ma nel complesso si può dire che, per un quasi-novizio di World in Flames, Andrea se l’è cavata più che bene. Come si suol dire “nessuno nasce imparato” (!) e bisogna pur sempre farsi le ossa in qualche modo, soprattutto con un gioco complesso come questo. Anche per Sebastiano era un quasi-esordio a World in Flames, e ha tenuto l’Asse molto bene, cercando di realizzare il sogno della sua vita: la vittoria dei “Buoni”. In modo spietato, ma del tutto comprensibile, egli ha deciso di puntare contro il giocatore degli Alleati con minore esperienza e, galvanizzato dalla facile conquista della Francia, si è buttato anima e corpo contro l’Unione Sovietica. Sinceramente non ho notato gravi errori nella condotta di gara di Sebastiano, e la cosa fa pensare perché, se non è riuscito ad abbattere l’URSS attaccando nel 1941, senza aver praticamente perso una pedina fino ad allora, e con in più la Yugoslavia al suo fianco e non contro… allora che ci vuole per vincere?! La risposta sta, a mio modo di vedere, in alcuni errori strategici e in un paio di errori tattici. Dal punto di vista strategico, sinceramente non mi rendo conto di come la Germania abbia

sprecato 6 (sei!) turni tra la sconfitta della Francia (Marzo/Aprile1940) e l’invasione della Russia (Maggio/Giugno1941) limitandosi ad occupare Olanda e Grecia; io personalmente avrei sfruttato i 2-3 turni di bel tempo per andarmi a prendere Gibilterra, e porre così in parte rimendio alla debacle italiana in Egitto. In secondo

seba

luogo, avrei prestato più attenzione a difendere la Danimarca e, una volta minacciata l’apertura del Baltico, avrei mandato 2-3 corpi d’armata a proteggere le coste settentrionali della Germania: se ci fossero state solo 2-3 pedine in più (ne bastava una a Berlino!), io non avrei certamente tentato gli sbarchi di inizio 1944. Un terzo errore, operativo più che strategico, è stato quello di disperdere troppo le forze attaccanti sul fronte est, cercando di mantenere una forte pressione sia a nord che a sud delle paludi del Pripjat; personalmente preferisco concentrare gli sforzi in un unico settore, per cercare di sfondare la linea del Dnepre, subito dopo, la famosa “linea delle città” che va da Rostov a Kalinin. Un quarto errore, questo sì strettamemte strategico e collegato al secondo, è stato quello di cercare di tenere il fronte orientale troppo ad est tra l’inzio del 1943 e l’inizio del 1944; come ha dimostrato la precipitosa ritirata dell’aprile 1944, “lo spazio è niente, le truppe sono tutto”; un raccorcaimento del fronte nell’estate del 1943, soprattutto a nord delle paludi del Pripjat, avrebbe permesso di avere quei 10-12 corpi d’armata di riserva che si sarebber riveltati decisivi sul fronte occidentale. Infine, fossi stato io il tedesco, avrei sacrificato qualsiasi cosa pur di produrre un offensive chit nel 1942: anche solo la “minaccia” da esso rappresentata avrebbe certamente imposto una condotta più prudente (ancora di più) a me e/o avrebbe assestato una pesante batosta ai russi. Dal punto di vista tattico, il primo dei due errori è stato l’azzardo italiano in Egitto nel 1940; d’accordo, se l’attacco andava bene c’era la possibilità che gli italiani arrivassero a Suez, ma la cosa non aveva molto senso avendo già un turno prima la Germania rinunciato a puntare su Gibilterra; e se invece andava male (come poi è successo) c’era il rischio di perdere l’Africa, specie se nello stesso momento si commetteva un errore sui mari, errore che metteva fuori rifornimento l’intera armata italiana. Questo primo errore tattico è costato all’Asse la perdita dell’Italia con qualche turno di anticipo. Il secondo errore è stato nell’uso dell’offensive chit sul fronte orientale nell’estate del 1941; complice anche la sfortuna nel tiro dei dadi, si è “girato” l’HQ utilizzato per l’offensiva, ed è svanita la possibilità di forzare la linea del Dnepr prima che i sovietici la munissero per bene.

Le Regole della Guerra

cit

Una considerazione sulle “home rules” con cui abbiamo in piccola parte modificato il regolamento. Due di esse secondo me hanno fatto cilecca. La prima è quella relativa al bombardamento a tappeto, che abbiamo stabilito non eliminasse le pedine ma le scompaginasse solo e le mandasse tra i rinforzi del turno successivo. Il problema

non sta tanto nella home rule, quanto, a mio parere, nella regola stessa del bombardamento a tappeto, regola che andrebbe eliminata perché
a) antistorica, in quanto di fatto il bombardamento a tappeto è stato utilizzato solo in un’occasione;
b) troppo aleatoria;
c) porta l’anglo-americano a fare un uso assurdo dei suoi bombardieri strategici.

La seconda Home rule che non ha funzionato è stata quella relativa al petrolio, dove avevamo deciso di applicare la regola opzionale come da manuale ma permettendo di utilizzare le risorse petrolifere sia per produrre che per riorganizzare le pedine.

Alla lunga, si è visto che questa regola favoriva l’Asse per i primi 4 anni di guerra. Sono nel frattempo uscite varie proposte alternative di regola sul petrolio, che sembrano assai migliori e andranno testate. In quest’ottica, in vista della prossima partita (quando?) risulta d’obbligo aggiungere qualcuno dei supplementi usciti negli ultimi anni. Certamente vanno provate le opzioni politiche di “Politics in Flames”, per tentare di simulare una situazione di partenza diversa da quella storica (cosa sarebbe successo se non la Conferenza di Monaco fosse andata in un’altra direzione…?). Anche i supplementi “Convoy in Flames” e “Cruisers in Flames” meritano di essere testati, sebbene io sia sicuro che renderanno ancora più ardua la gestione delle rotte mercantili a chi terrà il Commonwealth (già adesso è il giocatore con il compito più arduo dal punto di vista puramente manageriale). Andranno sperimentate poi le pedine delle Guardie Rosse, che in questa partita sono state tralasciate a tutto danno dell’URSS. E come ignorare le pedine aggiuntive dei simpatizzanti nazisti delle nazioni occupate, dei marocchini gollisti, degli italiani badogliani, etc. Credo si potrà fare tranquillamente a meno del farragginoso sistema di produzione di “Factories in Flames”, pur utilizzando magari qualcuna delle altre regole (e pedine) uscite nell’ultimo Annual.

Un’ultima nota su due regole opzionali che abbiamo sperimentato per la prima volta in questa partita. La regola sull’Intelligence funziona bene ma va in qualche modo limitata, rendendola da un lato meno casuale (dando un tot di punti fissi agli Alleati a seconda del periodo?) e dall’altro studiando meglio i modificatori che consente (rendere meno costosi i modificatori navali, più costosi quelli di iniziativa, etc.). Le pedine di “Leaders in Flames” sono state un piacevole diversivo (soprattutto quando si è trattato di farle pescare ai vari soci del Circolo) ma, al di là del caso che ha favorito significativamente gli Alleati, si sono a mio parere rivelate troppo potenti: alcune abilità di Patton (blitz ovunque), Koniev (bonus all’attacco), Eisenhower (tutte e tre le abilità!), per citate solo i leader maggiormente impegnati, sono decisamente eccessive. Per fortuna esiste già su Internet una versione “light” dei Leaders che, senza togliere il “colore” che essi aggiungono, li rende un po’ meno decisivi.

Un po’ di Numeri

Durata della partita: 357 giorni (dal 29 dicembre 2007 al 20 dicembre 2008) per circa 120 ore di gioco
Sessioni di gioco: 30 (più una per mettere via)
Pedine utilizzate: 3000 (circa)
Dadi utilizzati: 2 (sempre gli stessi!)
Leaders utilizzati: 8 dell’Asse contro 26 degli Alleati (i soci del Circolo, che pescavano i Leaders, da bravi Italiani hanno capito subito da quale parte era opportuno schierarsi…)

Per le unità Terrestri si conta ½ ogni divisione/artiglieria. Per le unità Aeree si conta ½ ogni CVP e non si contano i piloti. Per le unità navali si contano solo le unità affondate (sub compresi) e si conta 1/5 ogni punto convoglio.

Table

Francesco “Franz” Basso

a.k.a. Francis Short, giornalista del Pocatello Chronicle
a.k.a. Boris, agente O.S.S. del clan Assamite